13 ottobre 2011, cortile di viale Bligny 42, Milano
Questo è stata la vera conclusione di 42: è oggi che abbiamo finito il film. La proiezione di stasera è parte integrante, fondamentale dell’intero progetto. Con la proizione nel cortile abbiamo (finalmente) “restituito” al palazzo le storie che avevamo preso in prestito.
Già dal pomeriggio la preparazione aveva destato curiosità, ma una curiosità dalla distanza, come mosche che girano attorno ma non si avvicinano veramente. Ogni tanto uno veniva e chiedeva “è qui la festa?” “è vero che c’è un film?”.
La Pia ha coordinato in modo eccellente nei giorni precedenti la preparazione di piatti provenienti dagli angoli più disparati del mondo: Marocco, Perù, Cina, Polonia, Svezia, Italia…).
Alcuni amici venuti da fuori spizzicavano qualcosa al buffet, facevano un giro in libreria.
Gli abitanti gironzolavano o si affacciavano e scomparivano subito.
Poi all’improvviso la proiezione (giusto due parole urlate sopra al chiacchiericcio, prima): il suono del film ha fatto da richiamo. Di colpo sono apparse decine di persone, ragazzi, mamme e papà con i passeggini, bambini che correvano dappertutto. E tutti ipnotizzati, un silenzio pieno di attesa. Ogni tanto un commento ma con gli occhi sempre incollati allo schermo, senza neanche girare la testa. Uno che quasi litiga con Fabio che si mette davanti coprendogli la visuale. Facce curiose affacciate a ogni finestra e ballatoio, silenzio surreale carico di energia e aspettativa, interrotto da risate e gomitate al vicino. C’è chi si è riconosciuto, chi ha riso nel vedere moltiplicato e ingigantito qualche dettaglio della sua casa e del suo cortile, chi ha intravisto un amico nei disegni. “Mon Dieu!”rideva l’enorme brasiliana sulla scena della peluqueria. Karima dice “ma sono io quella, oh mamma! ma dopo ci sono ancora?”. In fondo al cortile, dalla parte opposta a tutta la calca, un bimbo cinese sta seduto da solo, sullo zaino, con le mani sotto il mento e guarda il film.
Quando qualcuno fa troppo casino tutti gli altri gli urlano shhhhh!. Poi uno davanti a un’inquadratura chiede ad alta voce “e questo dov’è?” e tutti in coro “è qui!”, indicando.
Il cartello di invito fuori dal portone non è stato strappato per tutta la settimana. Questo è molto strano e inusuale. Forse perchè era indirizzato proprio agli inquilini, nella loro lingua madre?
Durante la serata l’aiutante della Pia, un ragazzo giovanissimo, tunisino, dice che non sapeva che ci fosse una libreria nel palazzo, non ci era mai entrato, aveva visto che c’era qualcosa ogni tanto dentro, ma pensava che fosse ” solo per voi”.
Alla fine qualcuno ha detto che il film era KARIMA, bello, ma non è quello che importa. C’è stato un breve applauso, poi come sono arrivate, le persone sono scemate velocemente.
Forse è questo è il vero motivo per cui è stato fatto il film…