Dire «abito in viale Bligny 42» è come presentare un biglietto da visita particolare. Anche se non hai mai visto il luogo, qualcuno ti ha già raccontato una storia dell’ “Edificio Mondo”.
Il nostro ritratto parte dalle storie di un palazzo decadente, vistosamente schiacciato fra condomini signorili e molto vicino all’Università Bocconi. Prosegue con le ricerche e le interviste effettuate negli anni da Francesca e Donatello (Abitare in un edificio mondo nel volume curato da Multiplicity.lab “Milano, cronache dell’abitare”, Bruno Mondadori, Milano, 2007), e da un periodo di vita trascorso al suo interno da Fabio, che ha cominciato un blog (edificiomondo42.wordpress.com), in seguito divenuto una piattaforma da cui riprendere un lavoro collettivo.
Per la sua struttura ad alveare, l’edificio è un contenitore. Negli anni si è depositata un pezzo di storia dell’immigrazione e dell’emarginazione milanese, sempre in bilico tra reale e mito, tra Storia, personaggi “eccellenti” e Immaginari. Ha ospitato una cellula terroristica di Al Qaeda, un’amante di Vallanzasca, un nucleo delle Brigate Rosse e lo studio dell’artista Maurizio Cattelan.
Ma il civico 42 è anche un luogo dove studenti, lavoratori, anziani e famiglie possono vivere a basso costo, e in condizioni spesso al limite. Nei suoi 213 piccoli appartamenti, divisi tra 2 stecche e 5 piani, vivono diverse realtà – spesso in modo eclatante – e differenti persone, di sicuro molte più di 213. Conosciuto soprattutto per i trafiletti di cronaca nera, l’edificio ha ospitato e ancora oggi dà spazio a centri della cultura indipendente milanese, con la Galleria Emi Fontana – ormai solo gli uffici – e la casa editrice Shake, con la sua libreria.
L’Edificio Mondo vive in un’altra dimensione, una città in miniatura che sembra anticipare e accelerare la città e le sue dinamiche.
Questo film è stato realizzato grazie al premio Filmmaker in Prima Persona – Premio Vita 2009